Lezione 6 - Hochavach Tochavach es Amisechà

Italian lesson #6 - Kol Israel Arevim Zeh Lazeh

 

Lezione N° 6

 Hochavach Tochavach es Amisechà

Kol Israel Arevim Zeh Lazeh

Tutti gli Ebrei sono responsabili l’uno per l’altro.

Prte II

 

Halachà:

Dal tempo quando è stata data la Toprà sull’Ar sinai. Ogni ebreo è diventato responsabile per l’osservanza della Torà del suo compagno ebreo. Pertanto, Quando una persona pecca apertamente( anche se solo di fronte alla sua sposa o sposo e ai suoi bambini), e coloro che lo vedono trasgredire sono in grado di protestare ed essi si trattengono dal farlo, essi sono considerati partecipi del peccato. 8Mishpetei Hashalom). Rashi spiega inoltre che noi non siamo responsabili per gli errori del nostro popolo che sono fatti privatamente ma solo per quelli fatti in pubblico, poiché dice: “tutti son o obbligati a salvaguardare l’integrità del Klal Israel contro coloro che apertamente commettono errori”. (Parashà Nitzavim 29:28).

 

L’osservanza della nostra Torà è così legata strettamente a quella dei nostri compagni ebraiche un ebreo può fare una benedizione al posto di un altro per adempiere a un obbligo della Torà come quello di fare il Kiddush, anche se lui stesso ha già assolto il suo obbligo.

 

Per la stessa ragione, certe volte è preferibile per una persona adempiere a una mitzvà in più di una forma minima, senza abbreviazioni, se così facendo metterà in grado un altro ebreo di assolvere anche lui la mitzvà.

 

Tra le benedizioni pronunciate dai Sacerdoti sul Monte Gherizim c’era: “Benedetto colui che conferma tutte le parole della Torà per metterle in pratica”. Questa affermazione obbliga tutti coloro che sono in grado di rinforzare l’osservanza della Torà in opposizione a coloro che cercano di sradicarla per fare la loro parte – sia col fondare delle Yeshivot, sia col parlare pubblicamente perché la gente si avvicini allo yiddish, sia con l’ostacolare i tentativi di coloro che cercano di scardinare l’osservanza della Torà.

 

Nessuno è esente da questa richiesta, neanche un grande Zaddick che già impara e insegna e osserva tutte le mitzvot positive e tutte quelle negative; anche lui porta una responsabilità di promuovere l’osservanza della Torà del Klal (Mishpetei Hashalom 9:33-34).

 

(Stralci dal Codice di Condotta Ebraica di Rabbi Yitzchak Silver).

 

STORIA: (basata su una storia vera):

 

Per favore lasciatemi condividere con voi una storia che mi è successa alcuni anni fa, che mi ha sconvolto fino al cuore del mio essere.

 

Io sono la vostra donna ebrea comune di base, Non sono una grande zaddikà o una regina degli scacchi, sono solo una persona normale. Non fraintendetemi. Ho sempre tentato di crescere e di diventare migliore ma niente può essere paragonato alla “crescita violenta” che ho avuto quattro anni fa.

 

Ero in cucina a far da mangiare per il Sabato quando all’improvviso sentii delle grida che venivano dalla stanza vicino alla porta.

 

“Mamma, Mamma! Vieni subito! Sholom è appena caduto fuori dalla finestra!” mia figlia urlava.

 

“Cosa?” pensai tra di me. “Come poteva Sholom essere caduto fuori dalla finestra? chi poteva averla aperta? I bambini sono troppo piccoli per tirarsi su e fare la manovra di portare una sedia vicino al muro, arrampicarsi e cadere fuori?!”

 

Corsi velocemente nella stanza e col mio massimo sconvolgimento e disperazione vidi una finestra aperta. Ansiosamente corsi dall’altra parte della stanza e guardai fuori dalla finestra e vidi il mio povero bambino piccolo che giaceva sul prato di fronte e apparentemente sembrava semi-inconscio. Volai giù per le scale, corsi fuori dal portone di casa, e trovai il mio bel bambino flaccido e senza vita. Urlai che qualcuno chiamasse un dottore. Entro quello che sembrava essere un’eternità, l’ambulanza arrivò, assicurò Sholom sulla lettiga e corse all’ospedale. Non ero mai stata così sconvolta in vita mia.

L’ora dopo era un viavai di dottori, indagini e molti dubbi e timori. Mio figlio aveva avuto ferite gravi alla testa tanto che minacciavano la sua vita. Mi sedetti nella sala di emergenza pregando come non avevo mai fatto prima. Con ogni visita susseguente fatta da ogni dottore che dopo aver visto la testa del mio bambino sospirava, sprofondai in un dolore intenso che non si può paragonare a niente altro che io avessi mai esperimentato. Era da questo posto di dolore che io cercai Ha.-shem nella mia Tefillah. “Ha-shem, io farò qualunque cosa per mio figlio perché stia meglio, assolutamente qualunque cosa! Per favore, Ha-shem, se questo significa che Tu devi prendere dieci anni della mia vita, sarò felice di darteli per lui”, io gridavo e piangevo.

 

Miracolosamente dopo una settimana Sholom cominciò a mostrare segni di miglioramento ma i dottori non erano ancora sicuri al massimo grado  che lui non avesse sofferto danni al cervello. Come noi pregavamo e speravamo per tutte le settimane e i mesi seguenti, cominciammo a vedere Sholom fare enormi miglioramenti in tutte le aree della sua salute. I mesi seguenti ci videro correre da un dottore all’altro e da un esame all’altro, ma nello stesso tempo l’anno seguente, grazie a D-o, mio figlio Sholom ebbe una piena e completa guarigione.

 

Dopo aver recitato la Birchat Hagomel per lo scampato pericolo e aver offerto una grande Seudah, Sholom ritornò a scuola e la vita lentamente ma sicuramente  ritornò alla normalità. Però c’era un pensiero che non potevo evitare di avere in testa. La tefillah che avevo fatto ad Ha-shem per il fatto che prendesse da me dieci anni della mia vita cominciava a preoccuparmi. Stavo veramente pensando chiaramente quando lo avevo detto? Io volevo solo che Sholom stesse meglio, non importa cosa mi sarebbe costato. Io temevo per la mia vita e il potere della mia richiesta. Mio marito mi incoraggiava a cercare un consiglio rabbinico. Io feci un appuntamento e in pochi giorni mi trovai seduta di fronte a un rabbino molto speciale e saggio. Dopo aver spiegato il mio dilemma, il Rabbino pensò per alcuni minuti e poi mi diede il suo consiglio. Lui disse che la possibilità per “ricomprare indietro” i dieci anni della mia vita era di fare “chesed”, generosità. Sentendo una responsabilità verso altri ebrei, io avrei cercato delle opportunità per aiutare altri ebrei in tutti i modi che potevo. Lui mi spiegò che io avrei dovuto dare l’aiuto con questi risultati usando le mie forze e le mie capacità personali e votare dieci anni della mia vita a fare così, per rimpiazzare i dieci anni che avevo “dato via”. Lui disse che io non dovevo agire su questo piano immediatamente ma avrei fatto la promessa e così facendo avrei liberato me stessa dal mio patto di misericordia.

 

Questo era un romanzo concepito da me poiché volevo abituarmi a pensare principalmente  per il mio circolo interno di famiglia e di amici. Perché io non avevo realmente pensato ad aiutare la mia comunità o altri che non conoscevo bene.. non ero sicura come avrei voluto incanalare i miei sforzi. Dopo mesi di pensieri, e parecchie ore di discussione con vari amici, realizzai che l’enorme quantità di “Chesed”, bontà, che occorreva per tendere a questo scopo e a numerosi risultati stava pregandomi di essere messa in pratica. Non volendo cominciare un piano di azione basato sull’impulso, avevo bisogno di pensare bene a un’organizzazione. Volevo essere sicura di usare il mio tempo saggiamente e veramente avrei raggiunto la radice del risultato seguendo i mali di cui soffriva la nostra comunità. Mentre c’erano certamente così tante nobili cause e modi per aiutare gli altri, decisi che la mia missione personale era di incoraggiare il maggior numero di persone a imparare e a crescere nel loro amore per i compagni ebrei.

Ho appena cominciato il mio impegno di dieci anni e mi sento esilarata. Questo esercizio mi ha ingrandito e mi ha messo in grado di crescere in modi che io non avrei mai ritenuti possibili. Pensare al Klal e veramente averne cura circa il fatto di come posso aiutare con le mie proprie capacità e possibilità ha aiutato enormemente ad allargare la mia mente e a espandere il mio pensiero. Anche se io so che nel mio caso io sono estremamente motivata per compiere questi dieci anni con tutto il mio cuore, sento che se ognuno volesse preoccuparsi del Klal Israel e pensasse a quello che personalmente potrebbe fare per mostrare ad Ha-shem  che si prende cura dei Suoi figli, Lui di sicuro benedirebbe i suoi sforzi e le sue intenzioni con successo.

 

Discussione sulle opzioni della domanda:

 

Quali sono le più grandi sfide  che oggi la vostra Comunità deve affrontare?

 

In quale modo può la gente fare passi semplici per aiutare il Klal Israel nel suo insieme? Quando pensate a questo problema, per favore considerate il fatto che il Klal Israel comprende TUTTI gli ebrei, siano essi chassidim, moderni,studiosi nelle yeshivot, secolari, sefarditi, ecc. (L’intenzione qui non è di mettere delle etichette, ma solo indicare che siano inclusi TUTTI)

 

Dovremmo stancarci di pensare in termini di grandi risultati entro il Klal Israel se pensiamo di non essere in grado di fare qualcosa per tutti?

 

Prolungamento nella settimana.

 

Rompiti la testa sui modi in cui tu puoi aiutare la tua comunità e/o il Klal Israel usando i tuoi talenti e le tue proprie possibilità. (Questo può capitare con l’azione e con la preghiera).

 

 

Stiamo prolungando la nostra Haavat Israel insieme per creare “zechusim” per il Klal Israel in questi tempi urgenti.

 

Ripasso

 

Il prolungamento della settimana scorsa era: Pensa a un modo col quale puoi aiutare il Klal Israel nel suo insieme (se con l’azione o attraverso la Tefillà).

 

Per favore, permetti a UNA persona di dividere la sua esperienza com questo esercizio per UN minuto.

 

 

 

Stretch Of The Week