Lezione 2 - VaAhavatchà Lerachà Kamocha

 

 

Lezione No. 2

 

VaAhavatchà Lerachà Kamocha

Ama il tuo prossimo come te stesso

 

Parte I

 Halachà.

Il Rambam srive: “Siamo obbligati ad amare ogni singolo ebreo come noi stessi”, perchè la torà stabilisce: Veahavtò Lereachà Kamocha. – Ama il tuo prossimo come te stesso. Pertanto dobbiamo lodare gli altri, e dobbiamo aver cura del loro denaro proprio come abbiamo cura del nostro denaro e della nostra dignità. Chiunque derivi il suo onore dal fatto di umiliare qualcun altro perde la sua parte nel mondo a venire” (Hilchot Deot 6:3).

Per avere una piena comprensione della mitzvà di Haavat Israel, per prima cosa dobbiamo definire ogni parola separatamente.

Che cosa è Haavat?Ahavà è il piacere che viene dall’aver riconosciuto le virtù in un’altra persona. Questo riconoscimento con duce al desiderio  di dare il nostro amore all’altra persona.

 A chi ci stiamo riferendo quando diciamo “Israel”?

 “Tutti gli Ebrei! Il popolo ebraico è tutto collegato insieme. Le loro anime sono unite, ognuna contiene una parte di tutti gli altri” (Tamar Devorah, quarto attributo).

 

Il comandamento di amare il nostro prossimo può essere adempiuto in tutti i tempi. Ogni singolo secondo del giorno, ogni favore di gentilezza che voi fate per qualcuno è un adempimento di questo comandamento. Il comandamento può anche essere soddisfatto attraverso il pensiero. Quando voi siete felice per la buona fortuna di qualcun altro, questo costituisce un atto d’amore per il vostro prossimo. Per esempio, se sentite che qualcuno ha appena avuto un bambino e vi sentite felice, voi esaudite questo comandamento. Lo stesso si applica quando qualcuno soffre per una disgrazia. Se vi sentite triste a causa di quella sofferenza, voi adempite a questo comandamento. Questi pensieri sono permessi in tutti i tempi, anche in luoghi dove è proibito avere pensieri di Torà. Compiendo questo comandamento in modo appropriato, una persona può facilmente  ammassare migliaia e migliaia di mitzvot. (Yesod Veshoresh Haavodà 1:7,8).

 

Il Baal Shem Tov dice: “Voi sapete che avete molti difetti, cionondimeno voi ancora amate voi stessi. Questo è come dovreste sentirvi verso i vostri amici. Malgrado le loro colpe o difetti voi dovete amarli” (Likutei Avraham, p. 221).

 

Amare il proprio compagno come se stesso non è puramente un alto ideale vuoto di significato pratico. Piuttosto, è un comandamento della Torà con restrizioni e obblighi specifici (vedere Sridai Aish, vol.4, p.343).In ogni incontro con altra gente tu hai un’opportunità sia di compiere che di violare questa mitzvà.

 

(Estratti dal Codice di Comportamento ebraico di Rabbi Yitzchok Silver).

 

STORIA: (basata su una storia vera).

 

Non c’è sentimento più grande di quello di essere capito. Essere capace di entrare nella realtà di qualcun altro e sentire la sua gioia oppure in altri tempi la sua pena è letteralmente un’arte che molti possiedono naturalmente, ma che la maggior parte deve imparare a conoscere attraverso l’esperienza della vita. A causa di circostanze sfortunate, io ho personalmente imparato il valore di un vero sentimento verso un’altra persona.

 

Poiché nella maggior parte delle case ad Erev Shabbat ci sono suoni di docce e acciottolio di stoviglie d’argento che vengono sentiti in tutte le parti della casa. Stavo mettendo i tocchi finali in una nuova ricetta elegante per l’insalata quando ho sentito l’inconfondibile suono dell’acqua che si versava sul pavimento della cucina. Mentre mi giravo intorno per vedere cosa stava succedendo, non penso che nessuna esperienza al mondo avrebbe potuto prepararmi per quello che stavo per testimoniare. Seduta sul pavimento c’era la mia bambina di 16 mesi in stato di shock  col braccio rosso, bruciato e coperto di vesciche davanti ai miei occhi. Lei in qualche modo era riuscita a raggiungere il filo elettrico della nostra caffettiera e se l’era tirata addosso. In tre secondi il sangue che bloccava le urla che venivano dalla sua bocca l’aveva resa muta. Senza aspettare neanche un minuto in qualche modo ebbi la chiarezza di mente di ricordarmi l’opera cruciale di immergere l’area bruciata in acqua fredda. Afferrai la mia bambina urlante, volai su per le scale, riempii la vasca da bagno con acqua fredda, tutto mentre cullavo e consolavo la bambina come potevo. Nel frattempo ogni tentativo di immergere il suo braccio nell’acqua veniva accompagnato da urla di terrore e di panico. Lei mi diede uno sguardo che mi diceva: “Come puoi tu farmi questo? Sto bruciando e ho così tanto male e ora tu mi vuoi torturare ancora di più buttandomi giù nell’acqua fredda?”

 

Io sentii il dolore di mia figlia in un modo molto profondo. Sapevo cosa lei stava dicendomi anche se lei non era capace di dire niente di più di “auch!” e continuare a piangere. Con un lampo di compassione, sentendo veramente la sua pena, presi una decisione. Guardai mia figlia dritto negli occhi e le dissi: “La mamma sa che quest’acqua è molto fredda e molto spiacevole così vengo anch’io con te”. Così procedetti a immergermi nella vasca, completamente vestita, per farle sapere che io dalla sua parte in tutti i modo. Capii che se lei doveva soffrire , se io l’avessi raggiunta, avrei potuto calmare il suo dolore. Mentre tutte e due stavamo sedute nell’acqua  coi denti che battevano e le labbra di porpora le sue grida cominciarono ad affievolirsi. Lei mi guardava con uno strano sguardo e lentamente si calmò. Con me al suo fianco (letteralmente) lei poteva sopportare quello che doveva essere fatto per curare la sua bruciatura.

 

Veramente non mi pare di aver fratto niente di speciale. Ho fatto quello che ogni madre avrebbe fatto. Quello che veramente imparai  è il potere che noi abbiamo di alleviare il dolore di un’altra persona col mostrare che noi ci preoccupiamo per loro. Dopo un’ulteriore riflessione su questa idea,

ho realizzato che noi non dovremmo aspettare le calende greche per metterci in connessione e in empatia. Noi possiamo garantire a tutti coloro coi quali ci incontriamo che noi “ce ne importa”. Se è per ottenere un piacere per la loro felicità o per provare empatia per la loro lotta, noi siamo in grado di amare i nostri compagni ebrei. Noi siamo tutti insieme in questa vita. Quale miglior modo di esprimere Veahavtà Lereachà Kamocha di lasciare che ognuno sappia che tu lo valuti come una persona e che tu apprezzi il suo contributo unico sia esso grande o piccolo.

 

 

Discussione sulle opzioni delle domande.

Qual è il tuo ritratto ideale di una persona che ha un grande amore per altra gente?

E’ più importante essere una persona che ama o sembrare di essere una persona che ama?

Quando uno sente di amare un’altra persona, possono altri sentirsi arricchiti anche se l’altra persona non li ricambia dello stesso amore?

Se tu veramente hai visto altri come se fossero stati creati ad immagine di Ha-shem, come vorresti che questo influisse sul tuo modo di trattarli?

 

Prolungamento nella settimana.

Fatti un punto d’onore di telefonare a qualcuno questa settimana per augurargli “Mazal Tov” per la sua riunione, per dividere qualcosa di positivo per loro stessi o per uno dei membri della loro famiglia, o per sentire una gioia interna per la loro buona fortuna.

 

Noi stiamo dilungandoci nell’Haavat Israel per creare qualcosa di positivo per il Klal Israel in questi tempi urgenti.

 

Rassegna:

La settimana scorsa il prolungamento nella settimana era: Fatti un punto d’onore di telefonare a qualcuno per augurargli Mazal Tov, e sinceramente complimentarsi con lui, o per sentire una gioia interna per qualcuno per il quale normalmente non ti sentiresti felice.

 

Per favore, permettete ad UNA persona di condividere la sua esperienza con questo esercizio per UN minuto.

 

 

 

 

Stretch Of The Week