lezione 3 Veahavtà Lereachà Kamocha

Italian Lesson # 3

 

Lezione N°3

Veahavtà Lereachà Kamocha

Ama il tuo prossimo come te stesso.

Parte II

 

Halachà:

Diamo uno sguardo più profondo a questa mitzvà.

 

Un’anima entra nel corpo di una persona che specificatamente unisce i suoi poteri e i suoi potenziali. La gente spesso si lamenta dei genitori che hanno dato loro la vita, dei tempi nei quali vivono e anche del corpo nel quale si trovano. Noi dobbiamo aver fiducia della saggezza perfetta di Ha-shem di mettere la nostra anima proprio nel nostro corpo particolare, nella nostra famiglia e nel nostro periodo di storia. Ha-shem dà ad ogni anima la situazione esatta di cui ha bisogno per potersi attualizzare. Dobbiamo riconoscere che gli strumenti che ci sono stati dati in questa vita sono i mezzi esatti per mezzo dei quali le nostre anime possono evolversi, che è lo scopo precipuo del nostro soggiorno in questo mondo (stralcio da “Affrontiamolo” di Tzipora Heller). Senza la salute, l’autostima e l’autoapprezzamento, uno può essere sfidato nelle sue proprie capacità (o mancanza di esse) per poter amare un’altra persona. Più specificatamente, se una persona non riesce ad amare se stessa, allora come può amare qualcun altro?

 

La gente che accetta ed onora se stessa ha fiducia che anche gli altri possano amarla e che la gente possa trovarla amabile. Essi comprendono che la famiglia e gli amici che essi amano di solito li ricambieranno dello stesso amore. Essi sanno anche che ci sono ragioni infinite perché delle persone non ne amino altre e che ci sono coloro che possono avere delle pretese non realistiche. Quando questi individui auto referenziali compiono un atto di generosità, questo non è un atto di preoccupazione genuina  e di un sincero desiderio di essere di aiuto, questa forma di preoccupazione costituisce la “Ghemilut Chasadim”. Queste persone non hanno altro che ricorrere alla tirannia per sostenere un abbassamento dell’autostima. Le loro vite non sono complicate, relativamente, e le loro relazioni sono quasi sempre tranquille e prevedibili perché la loro autostima è guidata internamente.

 

Ci sono due estremi quando si arriva all’auto-identificazione. Un estremo è la persona che ha una tendenza a giudicare sempre se stessa favorevolmente  e sente di non fare mai niente di male. L’altro tipo fa notare sempre a tutti i loro difetti e giudica se stesso solo negativamente. Entrambi gli estremi sono dannosi. Se una persona giudica se stessa sempre favorevolmente, senza riguardo per quello che fa, non correggerà mai i suoi errori perché pretenderà di non averne nessuno. D’altro canto, se una persona vede tutto quello che fa in una luce negativa, è pronta a considerare se stessa un fallimento e si sente disperato perché non avrà mai la possibilità di migliorare. Una tale persona sarà colpevole, oppressa e depressa e non tenterà neanche mai di migliorare.

 

L’attitudine più produttiva per risollevarsi è quando una persona è consapevole dei propri difetti, ed tuttavia è anche consapevole delle sue forze e delle sue virtù. Mentre riconoscono i loro fallimenti, essi avranno anche la fiducia in se stessi di poter migliorare e crescere (“La porta per la conoscenza di se stessi” – Rabbi Zelig Pliskin). Questo senso salutare di sé nutre l’amore di se stesso e pertanto mette in grado di adempiere alla mitzvà di Veahavtà Lereachà Kamocha con passione.

 

STORIA  (basata su una storia vera).

 

A tutti noi capita di passare momenti difficili nella vita. La maggior parte del tempo quando esperimentiamo questi momenti di difficoltà, spesso non siamo consapevoli di come il nostro comportamento collimi con gli altri, o, molto francamente, o addirittura con noi stessi. Permettetemi di condividere con voi la breve storia di una lezione che ho imparato sull’importanza dell’amore per se stessi.

 

Sono cresciuta in una casa dove i membri della nostra famiglia di solito guardavano al di sopra delle loro spalle, osservando cosa compravano gli altri, possedevano o stavano ricercando. La mia famiglia si interessava dove i vicini spendevano il loro denaro e con chi passavano il loro tempo. Pezzi di pettegolezzi succisisi condividevano frequentemente e si aspettava di sentirli a casa nostra. Dico questo non per biasimare i membri della mia famiglia, ma piuttosto per darvi un orientamento del mio ambiente.

 

Mentre crescevo, il naturalmente vedevo il mondo nello stesso modo come lo avevo visto nel passato. Io mi occupavo con gli affari di tutti coloro che stavano intorno a me, pur sapendo bene che questo poteva costituire “lashon arà” ma sempre trovando un modo per razionalizzare le mie ragioni per ottenere certe informazioni.

 

Un giorno, mentre stavo chiacchierando con la mia amica Chaya, nella sua cucina, io camminai fino alla tavoletta degli promemoria che era appesa con schede del toto-macchina, biglietti della lavanderia, e inviti. Sapendo che lei non avrebbe fatto caso al fatto che io leggessi le sue prossime attività nella vita della sua famiglia, guardai intorno gli annunci sulla tavoletta e mi divertii a osservare le somiglianze della nostra vita così dispiegate. Proprio mentre stavo per informarla che il prezzo che aveva pagato per la lavanderia a secco per le sue tovaglie era un affare, mi capitò di notare un invito per le nozze di Schwartz. Gli Schwartz erano nostri vecchi amici.

 

“Quando hai avuto questo invito, Chaya? Io non ho ancora ricevuto il mio” rimarcai.

 

“Oh, circa tre settimane fa, non hai ancora avuto il tuo?”Mi chiese Chaya.

 

A questo punto i miei pensieri volavano già a 100 miglia all’ora. “Come può essere che io non abbia ricevuto l’invito per le nozze del figlio del mio amico?”pensai tra di me. Io era proprio amica molto stretta più di quello che poteva essere Chaya. Avevo anche viaggiato per andare al Bar Mitzvà del suo altro figlio alcuni anni prima. Avevo anche portato al loro figlio un bel regalo per quel Bar Mitzvà! Questo mi fa ricordare del tempo in cui io ero stata “scartata” per le nozze di Basi. Avevamo frequentato la stessa scuola ebraica per anni, per non parlare del fatto che i nostri bambini erano amici. Io mi sentivo impazzire quando non ero invitata alle feste di conoscenti o anche peggio, quando avevo sentito che altri erano stati invitati mentre io non lo ero. Pensandoci su, questi scenari avrebbero consumato gran parte della mia giornata mentre mi trovavo immersa nell’auto-commiserazione o affondando nella rabbia.

 

La mia amica Chaya mi guardava come se leggesse nella mia mente, e disse: “So esattamente cosa stai pensando ma stai perdendo il tempo. Tu hai una vita così piena e così tanta “berachà” su cui focalizzarsi che deve ringraziare per tutto questo. Perché dovresti lasciare che questo ti rovini la giornata? So che è penoso e francamente non sono sicura del perché non ti abbiano invitata, ma rimanere su qualcosa che non cambierà non ti farà andare da nessuna parte”.

 

“So che hai ragione, Chaya, e capisco che mi sto comportando come quando avevo 5 anni quando ero stata scartata da una festa di compleanno. Ma proprio non posso evitare di sentirmi turbata per questo. Mi sento ferita e trovo difficile controllare il mio sentimento di essere lasciata fuori quando penso a tutti gli altri che sono stati invitati. Io era l’esclusa. So che suona molto puerile ma questo è quello che sento” confidai.

 

“L’unica ragione che sento è che posso parlare con te di questo è perché era abituata a soffrire delle stesse cose come te. Io avrei visto tutto come un insulto personale e avrei sentito come se tutti avessero una vita sociale attiva ad eccezione di me. Mi dicevo che ero esclusa e così mi sentivo esclusa. Fortunatamente qualcuno una volta mi fece notare che se io avessi aspettato che qualcun altro mi mostrasse attenzione e mi amasse in questo mondo prima che io amassi me stessa, sarei rimasta una donna triste e solitaria. Lei mi spiegò che tutte le nostre vite includono molte curve e raggiri ingannevoli. Con circostanze della vita che spesso all’inizio non sembrano belle o giuste, se noi veramente realizziamo il nostro valore e ci focalizziamo su quello che noi veramente abbiamo e le forze che Ha-shem ci ha dato, allora avremo meno tempo per sprecare preziosi minuti, ore e giorni pensando a tutto quello che ci manca”.

 

Dopo aver parlato con lei a lungo, io capii che avevo bisogno di una revisione nel mio modo di pensare. Non so se era il modo che lei diceva, o se era solo un sentimento vulnerabile e aperto, ma in realtà sono stata capace di interiorizzare il messaggio che lei stava tentando di trasmettermi.

 

Quello che ho sentito dire da lei era che per sentirsi veramente felici, per essere produttivi, e avere relazioni sane, devo imparare a prendere la mia vita tutta insieme comprendere quanto sono “ricca”. Focalizzarmi su tutte le cose che io non ho creerà soltanto una realtà emotiva di disappunto e di insoddisfazione. Essere capace di vedere le mie forze e concentrarmi sul “bicchiere mezzo pieno” verserà su tutta me stessa la mia personale soddisfazione come pure le mie relazioni. Dopo questo incidente, ho spesso notato che quando mi sento buona con me stessa, sono anche un’amica migliore e una migliore “serva” di Ha-shem. Quando io veramente  amo me stessa, non solo riempio proprio le mie relazioni  di benefici, ma mi sento di essere responsabile per l’anima che ha-shem mi ha dato.

 

Discussione sulle opzioni delle domande

 

Se tutti dovessero vedersi come gente assolutamente degna con un alto numero di potenziale, come cambierebbe tutto questo le loro relazioni?

 

Cosa succede a colui che sente che essi hanno bisogno di essere i migliori o pretendono il successo in modo eccezionale per sentirsi buono verso di essi?

 

A quale grado le opinioni dell’altra gente su di voi vi fanno sentire positivo o negativo verso voi stesso?

 

Prolungamento nella settimana.

Ogni notte prima di andare a dormire questa settimana, ripensa a cinque atti positivi che hai fatto durante il giorno.

 

 

Noi stiamo dilungarci nell’Haavat Israel insieme per creare “zechusim” per il Klal Israel in questi tempi urgenti.

 

Ripasso:

Il prolungamento nella settimana era: Ogni notte prima che tu vada a letto questa settimana, ricordati di 5 atti positivi che hai fatto durante il giorno.

 

Per favore, permettete a UNA persona di condividere la sua esperienza con questo esercizio per UN minuto.

 

 

 

Stretch Of The Week