Lezione 4 - Lezione N°4 “Lo Sisnà” Non odiare. Halachà: La Torà ci comanda: Lo sisnà achichà bilevavechà - Non odiare tuo fratello nel tuo cuore (Vayikrà 19:17); che significa che anche

Italian Lesson #4 Non odiare.

 

Lezione N°4

“Lo Sisnà”

Non odiare.

 

Halachà:

 

La Torà ci comanda: Lo sisnà achichà bilevavechà – Non odiare tuo fratello nel tuo cuore (Vayikrà 19:17); che significa che anche se noi non facciamo e non dici amo neanche una parola contro il nostro compagno ebreo, se noi nascondiamo l’odio nei nostri cuori quando ci è proibito di fare così, noi abbiamo violato questa halachà, non importa quanto difficile possa essere per noi lavorare per trattenerci (Mishpetei Hashalom 2:1,4).

 

Gli Ebrei vengono in tutti i modi e di tutti i tipi. Questa Mitzvà fondamentale ci proibisce di odiare”tuo fratello” – che significa: qualsiasi ebreo. La mitzvà è incombente in modo uguale sia sugli uomini che sulle donne, in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Si deve insegnare questa mitzvà ai bambini fin dalla più giovane età. Noi certamente non dovremmo comportarci in modo opposto, e tentare di trascinare i bambini nelle nostre proprie ostilità spingendoli a non amare coloro che noi consideriamo nostri nemici. (Se un genitore lo fa, è proibito per il bambino obbedirgli, come in ogni caso dove un genitore dice al suo bambino di violare una mitzvà). Il modo migliore di istruire i nostri bambini è con l’esempio. Frasi come ”Io non posso sopportare questo o quello”, e altre simili espressioni ostili

Non dovrebbero mai essere sentite nelle nostre case, specialmente alla presenza dei bambini.

Qual è la misura minima della violazione di “non odiare”? La halachà ci dà un numero di casi specifici: se non salutiamo qualcuno a causa dei nostri sentimenti di rabbia o di animosità(non perché stavamo sognando di giorno o in mezzo a una lezione), noi abbiamo violato il comandamento. Se la persona è qualcuno con cui generalmente parliamo regolarmente e noi non parliamo con lui per tre giorni a causa dei nostri sentimenti verso di lui, allora halachicamente questo costituisce “sinà”, odio.

 

La nostra reazione corporea quando esperimentiamo sentimenti ostili che vengono da noi emanati  possono essere riflessi anche molto indietro. Ma la Torà si aspetta che noi superiamo i sentimenti fisici. Non è facile ottemperare a questa richiesta, se non col dover affrontare la sfida. Possiamo riuscire a superare i nostri istinti naturali di base. Più spesso anche di quello che riusciremmo a guadagnare: se noi consistentemente rispondiamo all’odio altrui con espressioni d’amore, allo stesso modo la maggior parte delle fronti di ghiaccio degli altri si scioglieranno e così si potrà fare la pace l’uno con l’altro.

 

8Stralci da “Il codice della condotta ebraica di Rabbi Yitzchak Silver).

 

Storia (basata su una storia vera):

 

Heshie e mio marito Ephraim erano i migliori amici fino dai tempi quando andavano al nido. Frequentarono le stesse scuole. Andarono nelle stesse scuole superiori e fondamentalmente avevano sempre esperimentato gli eventi della vita insieme con lo stesso spirito leale come un “begel”, una ciambella.

 

Noi passavamo tutte le estati insieme nella colonia col nostro bungalow e abbastanza presto sua moglie Shonnie  ed io diventammo anche noi le migliori amiche. I nostri bambini erano come i loro e i loro erano come i nostri. Pensate a questo quadretto.

 

Così come potete immaginare, quando Ephraim venne a sentire che Heshie parlava con un amico di un altro bungalow sull’avarizia di Ephraim nel cercare di contenere le spese di mantenimento per i terreni della colonia, lui restò estremamente sorpreso.

 

“Si, va bene che Ephraim sia grande nel prendersi cura della sua famiglia ma quando si arriva ad altre spese, il suo borsellino diventa un peso piombo in quella sua tasca a destra di dietro. Non glielo direi certo a lui. Lui è troppo ostinato per stare a sentire l’opinione di qualcun altro. Così è come si comporta”..

 

Shock! Ferita! Dolore! Rabbia!

 

“Che faccia tosta parlare di me in quel modo!” Ephraim si espresse più tardi quella notte. “Dopo tutti questi anni! Come può parlare così di me?!” Cosa potevo dire? Ero shoccata come lui. E’ vero, noi veramente avevamo avuto alcuni malintesi e qualche litigio negli ultimi mesi passati che potevano averlo condotto ai suoi commenti negativi, ma per Heshie sventolare la sua frustrazione per un compagno vicino di casa voleva dire troncare totalmente  qualunque legame.

 

La mattina dopo Ephraim ignorò Hashie nella sinagoga. E a Minchà fece lo stesso. Heshie si avvicinò ad Ephraim molte volte per capire perché lui veniva regolarmente evitato e per schiarire l’aria ma Ephraim sempre si allontanava. Shonnie tentò di parlare con me ma anch’io la ignorai. Parole come quelle dette su mio marito, con lo scopo di ferire il suo orgoglio, erano semplicemente imperdonabili. Lentamente ma sicuramente quello che una volta era un rocchetto di filo che legava stretta un’amicizia cominciò a disfarsi fino a che non rimase niente ad eccezione di un quarto di pollice di stringa che era rimasto penzolante.

 

Non posso veramente immaginarmi come, quando e dove le nostre emozioni ci condizionavano, ma la parola “odio” era sicuramente una delle più prominenti. Noi tentavamo di controllare i nostri sentimenti e di non cadere nella rabbia ma quando si avvicinava una festa essi facevano finta di essersi dimenticati di invitarci oppure ogni “mishloach manot” veniva consegnato dalla loro famiglia nel nostro edificio escludendo la nostra casa, e l’odio e la rabbia crescevano. Fino ad oggi io non sono assolutamente sicura del perché noi abbiamo lasciato scivolare via questa bella amicizia se non in modo imbarazzato, che è quello che abbiamo fatto.

 

Gli anni passavano e io mi immagino di essere maturata e di essere cresciuta e di aver dovuto affrontare le mie proprie sfide della vita, ma intanto sentivo qualcosa che scivolava lentamente dentro di me. Sentivo una spinta primitiva e un desiderio di mettere tutto dietro di noi, ma non sentivo né la forza né il coraggio di fare quello che doveva essere fatto.

 

Poi successe la cosa. Quella telefonata inaspettata nel mezzo della notte che diceva che mio suocero aveva avuto un colpo grave e senza un enorme miracolo non ci si aspettava che sopravvivesse fino al mattino. Ephraim ed io saltammo nella macchina e corremmo all’ospedale, volando in un modo come non avevamo mai fatto prima, anche se era troppo tardi. Daddy se ne era andato così come un grande uomo; un uomo che cercava la pace, l’amicizia e l’Haavat Israel..

 

Durante i primi giorni della “shiva” (del lutto), io mi davo da fare con le telefonate  alle vecchie conoscenze per informarle della shiva. Quando il nome di Heshie e di Shonnie apparve sul Rolodex (l’elenco abbonati), sapevo che il tempo era maturo. In merito della mia eroica azione per fare finalmente la telefonata, in merito alla mia abilità di superare il mio vecchio odio e la mia pesante rabbia, in merito al tentativo di tentare di riaccendere una vecchia e bella amicizia, io pregai che la mia prossima mossa avrebbe permesso all’anima di mio suocero di salire in Cielo. Decisi di tentare di ricollegare i nostri cari vecchi amici ma volevo essere accorta in questa situazione. Dopo averci pensato ben bene, io chiamai un amico comune  perché facesse la telefonata iniziale per informare Heshie e Shonnie che noi volevamo riconciliarci e ricominciare di nuovo.

 

Cosa posso dire? Entro un’ora Heshie era a casa nostra stringendo e abbracciando mio marito mentre le lacrime scorrevano giù dalle loro facce. Con gli occhi umidi e i cuori aperti, essi si scusarono l’un l’altro e si sedettero a chiacchierare come ai vecchi tempi. Tardi quella notte, io chiamai Shonnie direttamente e mi scusai con lei. Poi avemmo una lunga e commovente conversazione sulla nostra relazione, ammettemmo reciprocamente  che tutte e due avevamo fatto degli sbagli grandi e piccoli, e che alla fine eravamo in pace.

 

Guardando indietro a tutti questi pochi anni passati, capisco gli sbagli enormi che abbiamo fatto. Noi accusammo, giudicammo, ci facemmo delle sterili ripicche e misere presunzioni. Ma il più grande rimpianto di tutti era il fatto che avevamo sprecato dieci anni preziosi con le persone che noi amavamo così tanto. Se avessimo chiarito l’atmosfera fin dal principio, o direttamente o con un intermediario, non avremmo perduto così tanto per la vita l’uno dell’altro.

 

Ora di porto questa lezione con me in ogni posto dove vado. L’odio e la rabbia sono potenti, ma non così vicini e profondamente soddisfacenti come l’amore, il perdono, e la vera amicizia.

 

Discussione sulle opzioni delle domande.

 

Lo scenario in questa storia è uno scenario comune? La gente ha dei malintesi e permette che le sue relazioni finiscano basandosi solo su presunzioni e accuse? Perché tutto questo succede?

 

Le persone spesso non amano coloro che lottano col loro stesso carattere econ gli stessi errori che essi fanno?

 

Prolungamento nella settimana

Trova qualcuno che tu non ami così tanto e fai qualcosa per queste persone (che loro lo sappiano oppure senza che lo sappiano).

Noi stiamo prolungando insieme la nostra lezione sull’Haavat Israel per creare “Zechuzim” per il Klal Israel in questi tempi urgenti.

 

Ripasso:

 

Il prolungamento nella settimana era: trova qualcuno che tu non ami molto e fai qualcosa per lui (sia che lo sappia, sia che non lo sappia).

 

Per favore, permetti a UNA persona di condividere la sua esperienza con questo esercizio per UN minuto.

 

 

 

Stretch Of The Week