Lesson 8 - Non desiderare la roba degli altri.

Italian lesson # 8

 

Lezione N°8

 

Non desiderare la roba degli altri.

 

Halachà:

 

La mitzvà di “non desiderare” (Devarim 5:18) proibisce di desiderare le cose possedute da un altro Ebreo e di fare tentativi per ottenerle. La proibizione si applica se noi facciamo pressioni su un’altra persona perché ci venda le sue cose, o se la stiamo permango di darci qualcosa come un dono. Se l’oggetto è messo in vendita, fare pressione sul venditore perché riduca il prezzo, è considerata una normale tecnica di trattativa ed è permessa.

 

Il desiderio sottinteso che induce una persona a volere qualcosa che appartiene a un altro e a fare tentativi per acquisirla è “kinà” (invidia). Secondo la lettera della legge, sentirsi invidioso di ciò che possiede un altro non costituisce violazione di entrambe le due mitzvot fino a che non abbiamo cominciato a organizzare le nostre strategie, e non abbiamo fatto o detto qualcosa per acquisirle. Cionondimeno, la “middà” dell’invidia è considerata molto volgare e dovrebbe essere evitata costantemente.

 

Se non fosse per invidia, una persona sarebbe in grado di cavarsela con solo una richiesta minima di cibo, abiti e un minimo di adattamento per abitare. La gente della nostra generazione e diventata piuttosto ossessionata dal fatto di apparire come “i Jones” – facendo di tutto fisicamente e emotivamente per raggiungere uno stile di vita basato sugli schemi superficiali e stravaganti della società. Eliminando questo tratto non costruttivo si aumenterebbe grandemente la vera qualità della nostra vita.

 

(Stralci dal Codice di Comportamento Ebraico di Rabbi Yitzchak Silver).

 

STORIA (basata su una storia vera):

 

Io sono cresciuta in una famiglia dell’alta borghesia nel cuore dell’America. Ho sempre avuto quello che mi occorreva e mi veniva dato quello che volevo. Non ricordo di aver mai sentito un senso di mancanza. Quando notavo che altri non avevano tutto quello che la mia famiglia aveva in abbondanza, mi impegnavo ad aiutarli per farli stare meglio e cercavo di aver cura di loro. Ho vissuto  con questa mentalità fino al 25° anno della mia vita.

 

Così sono cresciuta, mi sono sposata e mi sono fatta una famiglia. Le preoccupazioni finanziarie della nostra nuova famiglia appena stabilita gradatamente peggiorarono. Mentre io ero abituata a un certo tenore di

vita, mio marito era stato allevato in una casa semplice con pochi lussi e non esigeva tutto quello che volevo io.

 

Quando avvenne la recente crisi finanziaria, il nostro stato monetario cominciò ad oscurarsi e a diventare pesante, tuttavia lentamente ma sicuramente noi siamo stati in grado di rifarci un po’ e mettere fine a questa situazione tanto da non sentirci più così oppressi.

 

Mentre noi sopportavamo la nostra sfida, certe cose che non mi avevano disturbato nel passato cominciarono a rodermi. Mentre non avevamo nessuna possibilità di rinnovare la nostra casa, comprare nuovi abiti o dare quantità generose di “Tzadachà”, c’era molta gente in città che era in grado di vivere alla grande malgrado la crisi finanziaria. Cominciai a notare segni di miglioramento nelle case che si trovavano nei giardini di fronte dei vicini e nuove automobili appena acquistate.

Strano come può sembrare, anche io cominciai a desiderare i contenuti dei carrelli della spesa delle altre donne, pieni di carne e di cibi sfiziosi e costosi.

 

Non pensai mai che io soffrissi per gelosia, col senno del poi adesso capisco che tutto questo facilmente poteva essere dovuto al fatto di non aver mai mancato di nessuna cosa materialmente. Io mi sento come una persona orientata nella crescita, che spesso tenta di lavorare su idee interiorizzate della Torà (tali come essere felice con quello che ho) in ogni momento della mia giornata. Tuttavia, il contrasto acuto tra il modo in cui gli altri vivevano e la situazione difficile che io dovevo accettare, erano lontani le mille miglia. Cercavo di mantenere il mio punto di vista ed avere sempre un sorriso sulla faccia (almeno in pubblico), ma dentro di me soffrivo terribilmente.

Un giorno, il mio bambino di 8 anni, Ari, ritornando da scuola mi saltò in braccio, velocemente posò un piccolo dolce bacio sulla mia guancia e disse che “lui mi amava tantissimo”! non che lui normalmente non fosse affettuoso, ma in qualche modo sembrava che ci fosse una ragione per la sua misura aggiunta di passione. “Anche io ti voglio bene Ari! Dimmi cosa è successo a scuola oggi!” io risposi.

 

“Andava tutto bene. La sig. Tendler ci ha chiesto di fare un articolo sul nostro giornalino su tutte le cose buone che abbiamo. Di solito non mi piace l’ora del giornale, ma quando ho cominciato a scrivere avevo così tanto da dire”, sbottò lui.

 

“Veramente, che cosa hai scritto, Ari?” io domandai.

 

“Ho scritto che amo i miei genitori e i miei fratelli e sorelle e la mia casa e i miei vestiti e i miei giocattoli e il mio ambiente familiare e i miei nonni e lo Shabbat e andare al campo-giochi e i miei amici e Purim e….” lui continuò ad andare avanti. Io ero molto colpita dalle sue parole. La cosa che più mi ha colpito era che la maggior parte  delle cose della sua vita che lui veramente amava non costavano niente. Lui è un bambino normale che chiede nuovi giocattoli e altri articoli costosi ogni tanto, ma quando Ari mi ha rivelato cosa era buono per lui, cosa veramente era importante, erano gli aspetti stabili, costanti e liberi della sua piccola esistenza. Infatti io spesso ero solita sognare ad occhi aperti su tutte le cose lussuose che mancavano ai miei bambini – lussi che io consideravo garantiti come era di norma nella mia infanzia. Quando mio figlio divise con m le sue dolci gioie innocenti, io compresi che la vera felicità viene dal prendere a sostegno quello che si ha, che veramente il cartellino del prezzo non avrebbe nessuna importanza. Apprezzare l’opera di Ha-shem mi permette di confidare che il Creatore ha deciso quello che Lui sa quello che è meglio per me, anche quando non è proprio quello che io avevo in mente. Ari inavvertitamente mi ha dimostrato che il punto di vista delle spese e di quello che gli altri possiedono serve solo ad abbattere il mio spirito e respinge la mano che coglie le circostanze della mia vita che Ha-shem sa che sono la cosa migliore per me.

 

Discussione sulle Opzioni delle Domande.

 

C’è un tipo di persona che la maggior parte della gente invidia?

 

Che cosa perde la gente che ha dei sentimenti di gelosia?

 

Cosa ci guadagnerebbe una persona se dovesse sentire piacere quando sente la buona fortuna di altri?

 

Prolungamento nella settimana.

 

Pensa a qualcuno di cui sei stato geloso nel passato e lavora sul fatto di sentire piacere nella sua buona fortuna o nei suoi buoni risultati.

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Noi ci stiamo dilungando nell’Haavat Israel insieme per creare dei meriti per i Klal Israel in questi tempi urgenti.

 

Ripasso

 

Il prolungamento della settimana della settimana scorsa era: “pensa a qualcuno di cui tu ti sei sentita gelosa nel passato e lavora sul sentimento di piacere per i suoi buoni risultati o per la sua buona fortuna.

 

Per favore, permetti a UNA persona di dividere la sua esperienza  con questo esercizio per UN minuto.

 

 

 

Stretch Of The Week